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"Parlare di astrildi è come parlare di volubilità e sotto certi aspetti, anche di variabilità nei gusti e nelle mode. Tanto per cominciare, quando iniziai, verso la fine degli anni '70, ad interessarmi di uccelli da gabbia e da voliera, gli astrildi non esistevano. Con questo, non si fraintenda, non intendo che non si trovavano specie appartenenti a questa famiglia nei mercatini della domenica o nei forniti negozi di animali (che allora avevano proprio animali in vendita e non erano semplici supermercati di cibi ed accessori), ma che proprio non esisteva la famiglia degli Estrildidi. ...Insomma, anche se la tentazione di rimpiangere i bei tempi andati è sempre stimolante, io credo sia molto meglio oggi, con molti meno schiavi strappati alla vita libera ed uccisi in gran numero nel viaggio verso i nostri mercatini, con maggiori conoscenze e soprattutto con ragazzi e ragazze entusiasti e molto preparati mediamente." (Dalla prefazione di Andrea Miraval)